Da circa un mese si è concluso il corso per Formatori per la campagna nazionale “Io Non Rischio”.
In cosa consiste?
Questo processo formativo prevede l’individuazione di 75 volontari in tutta Italia, attraverso un’apposita procedura di selezione su base regionale, che, dopo aver seguito uno specifico percorso formativo ed aver superato un esame finale, assumono il ruolo di “volontari formatori” per la Campagna “Io non rischio”.
I 75 volontari formatori a livello nazionale sono stati impegnati, nella settimana dal 26 al 30 aprile 2022 in una attività di formazione generale che si è svolta a Roma, con esperti del settore.
Al termine del percorso formativo, quindi, il formatore, ha assimilato tutte le nozioni su ogni aspetto della Campagna, sui temi di tutti i rischi trattati, e ha a disposizione gli strumenti necessari per realizzare un efficace percorso di formazione a cascata.
I volontari formatori, coordinati dalle strutture Regionali, hanno il compito di organizzare e realizzare la formazione con i volontari delle diverse Organizzazioni di volontariato di tutta la Regione che parteciperanno alla Campagna.
Perché tutto questo?
Alla Regione Basilicata sono stati assegnati 4 posti da formatori, sui 75 disponibili a livello nazionale. Dopo un’attenta valutazione dei candidati da parte delle strutture Regionali, sono stati selezionati 2 volontari dell’Associazione Protezione Civile di Balvano. Questo è un risultato a dir poco fantastico. Ne è orgogliosa tutta l’Associazione poiché, da ben 12 anni, ha costruito un percorso basato ed incentrato sulla prevenzione e sulla diffusione delle buone pratiche di protezione civile, volte sempre all’attenzione delle persone. Senza considerare anche tutti gli spunti culturali che vengono forniti al territorio in ogni manifestazione, in ogni evento, in ogni singola occasione.
I nostri volontari, Alfonso e Simona, si raccontano in una breve intervista.
“Buongiorno ragazzi, siete pronti per rispondere a qualche domanda?”
“Certo!” – rispondono quasi all’unisono.
“Partiamo con te Simona: quali sono state le considerazioni a valle di questo percorso formativo a Roma?”
“La settimana passata a Roma è stata impegnativa ma ricca di confronti. Con i ragazzi della classe si è da subito instaurato un senso di gruppo ed è stato facile parlare delle motivazioni che ci hanno spinto a diventare innanzitutto volontari di Protezione Civile e poi volontari formatori. Ci si è raccontato delle esperienze di volontariato personali e la storia della propria associazione di appartenenza. Parlando con gli altri, mi sono resa conto di avere meno esperienza di volontariato ma nonostante ciò mi sono sentita connessa con chiunque parlassi. Questo perché lo stesso motivo lega tutti, ossia rendersi utili per la comunità, aiutare il prossimo. In quei momenti di confronto, mi sono resa conto di quanta strada si deve ancora fare, ma allo stesso tempo di quanto è stato già fatto. Mi sono resa conto che anche l’aspetto meglio riuscito ha margine di miglioramento, ancora e ancora, ma anche che per migliorarsi c’è bisogno dell’aiuto e della passione di tutti.”
“Invece, per te Alfonso?”
“Io credo che di questo obiettivo raggiunto ne deve essere orgoglioso anche tutto il popolo balvanese, per tutto quello che ha vissuto negli anni. A pensare che tutto è iniziato con il fatidico terremoto del 1980 che colpì duramente Balvano e che venne aiutato da tantissime persone che si precipitarono spontaneamente sul nostro territorio. Questo tragico evento ha portato a pensare ad un sistema organizzato di volontariato, fino ad arrivare al 1982, anno in cui è stato istituito il Dipartimento di Protezione Civile. A partire da 12 anni fa, Tanto ha fatto l’Associazione Protezione Civile Balvano per diffondere la cultura di Protezione Civile affinché le persone ne potessero avere consapevolezza, tanto è stato fatto per il territorio.”
“Simona, c’è stato un momento particolare che ti ha segnato?”
“Due, in realtà, sono i momenti che porterò nel cuore per moltissimo tempo. In primis i saluti finali di Titti Postiglione, Vice Capo di Dipartimento di Protezione Civile, che, pur non potendoci essere di persona, ha avviato un collegamento a distanza per poterci salutare e ringraziare di credere nella campagna di “Io Non Rischio” e nella Protezione Civile tutta, ci ha letto una frase tratta dal libro “Il Piccolo Principe” e lo ha fatto con una dolcezza davvero materna. Ed è questo che mi ha commosso molto. Percepire, attraverso le parole scritte da un’altra persona, quanto lei stessa ci creda e quanta passione metta in ciò che fa, in ciò che porta avanti. Il secondo momento è stato durante lo scatto della foto di gruppo che ha sancito la fine ufficiale dei lavori, quando uno dei volontari ha tirato fuori una bandiera dell’Italia e ha proposto di cantare l’Inno, proposta subito accolta da tutti. Si è levato il nostro cantare, siamo stati un gruppo ancora più affiatato. Non ci siamo conosciuti personalmente tutti, d’altronde non c’è stato modo di parlare con tutti, ma allo stesso tempo si è creato un feeling fra noi grazie a questa esperienza.”
“Alfonso, cosa ti ha segnato? Che cosa ha significato per te questa esperienza?”
“E’ molto difficile rispondere a questa domanda. Perché questa esperienza è stata davvero un turbinio di emozioni pure, forse anche influenzata dalle nostre radici. Questa esperienza rappresenta la chiusura di un cerchio, l’emblema di un processo culturale durato 40 anni. Balvano, senza una generazione poiché spazzata via dal terremoto del 1980, ora ha 2 volontari dell’Associazione Protezione Civile di Balvano, 2 ragazzi di Balvano, che sono pronti a formare dei volontari di protezione civile sulla consapevolezza dei rischi, sulla prevenzione e sulla previsione, trasferendo non solo i concetti teorici, ma portando con sé anche tutto quello che la nostra comunità ha vissuto, ferite indelebili che mai nessuno potrà cancellare. È come se stessimo “tornando indietro” tutto quel bene che la popolazione balvanese ha ricevuto. Ogni tanto superiamo la superficialità e poniamo attenzione a quella che è l’essenza delle cose, a quelle che sono le sensazioni e le emozioni, poiché sono esse che ci danno nuovi spunti e stimoli.
“Ragazzi, dopo questi interventi ricchi di passioni e sentimenti, ogni parola diventa superflua. Vi ringrazio per il tempo che avete dedicato per questa intervista.”
A questo punto, cos’altro possiamo aggiungere?
Assolutamente nulla, se non fare i complimenti all’Associazione Protezione Civile di Balvano per il risultato che ha ottenuto e fare un grosso “In bocca al lupo” ad Alfonso e Simona per questa nuova avventura!